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Sottotitolo:
Autore: Richard Bach
Anno:
Editore: Bur
Pagine: 30
Per la maggior
parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A lui invece non
importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d'ogni altra
cosa al mondo, al gabbiano Jonathan Livingston piaceva librarsi nel
cielo. |
" 'Sta faccenda
del volo è bella e buona, ma mica puoi sfamarti con una planata, dico
bene? Non scordarti, figliolo, che si vola per mangiare." |
"Tutto ci è
ignoto, e tutto della vita è imperscrutabile, tranne che siamo al
mondo per magiare, e campare il più a lungo possibile." |
E il gabbiano
Jonathan visse il resto dei suoi giorni esule e solo. Il suo maggior
dolore era che gli altri gabbiani si rifiutassero di credere e
aspirare alla gloria del volo. |
I due gabbiani che
gli comparvero d'accanto, uno di qua e uno di là, erano candidi come
la luna, e dalle loro piume emanava un chiarore bianco, suadente.
[...] "Siamo venuti per condurti più in alto, per condurti a casa."
Jonathan
abbracciò con un ultimo sguardo il suo cielo. "Sono pronto" disse
alfine. |
Nei giorni che
seguirono, Jonathan si avvide che c'erano ancora molte cose da
imparare sul volo, in quel luogo.
"Ma dove
sono tutti quanti, Sullivan?" domandò senza emettere alcun suono. "Perchè
siamo così pochi qui?"
"Jon,
scegliamo il nostro mondo successivo in base a ciò che noi apprendiamo
in questo. Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello
di prima, con le stesse limitazioni." |
"Puoi arrivare da
qualsiasi parte, nello spazio e nel tempo, dovunque tu desideri. Quei
gabbiani che non hanno una meta ideale, e che viaggiano solo per
viaggiare, non arrivano da nessuna parte, e vanno piano. Quelli invece
che aspirano alla perfezione, arrivano ovunque, e in un baleno". |
"Dopo, uno è
pronto per la parte più difficile, più forte, ma anche più piacevole
di tutte. Uno è pronto a volare verso le alte sfere, e arrivare a
capire il segreto della bontà e dell'amore. Jonathan," disse Ciang, e
queste furono le sue ultime parole "tu seguita ad istruirti
sull'amore." |
Più Jonathan
meditava sulla natura dell'amore, più cresceva in lui la nostalgia
della terra. Mettere in pratica l'amore voleva dire rendere partecipe
della verità da lui appresa, conquistata, qualche altro gabbiano che a
quella stessa verità anelasse. |
"Gabbiano Fletcher
Lynd, sei disposto ad amare tanto il volo da perdonare i torti che hai
subìto, e un giorno tornar là, presso lo Stormo, e adoprarti perchè
gli altri imparino?" |
"Ciascuno di noi
è, in verità, un'immagine del Grande Gabbiano, un'infinita idea di
libertà, senza limiti." |
"L'unica vera
legge è quella che conduce alla libertà." disse Jonathan " Altra legge
non c'è." |
"Ma di' un po',
come fai ad amare una tale maramaglia di uccelli che ha tentato
addirittura di ammazzarti?" " Oh, Fletch, non è mica per questo che li
ami! E' chiaro che non ami la cattiveria e l'odio, questo no. Ma
bisogna esercitarsi a discernere il vero gabbiano, a vedere la bontà
che c'è in ognuno, e aiutarli a scoprirla da se stessi, in se stessi.
E' questo che io intendo per amore." |
"Devi solo
seguitare a conoscere meglio te stesso, ogni giorno un pochino di più,
trovare il vero gabbiano Fletcher Lynd. E' lui, il tuo maestro. E' lui
che devi capire. E' in lui che devi esercitarti: a esser lui." |
Il gabbiano
Fletcher, ad un tratto, per un attimo, li vide come veramente erano, e
sorrise: non soltanto gli piacevano, li amava.
Era come
l'inizio di una gara: aveva cominciato a imparare. |
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